Sbiancamento dentale
Come avviene lo sbiancamento dei denti?
Il meccanismo di sbiancamento è complesso, ma la gran parte del lavoro viene svolta dall’ossidazione, un processo chimico grazie al quale i materiali organici che macchiano i denti vengono convertiti in prodotti intermedi, che sono più chiari di colore che l’originale.
Quando si possono sbiancare i denti?
Condizione indispensabile per ottenere lo sbiancamento dentale è che i denti siano naturali. Sono lo smalto e la dentina che variano di tinta, mentre otturazioni, faccette e corone non risentono del trattamento. I risultati ottenibili variano in funzione della concentrazione del materiale e del tempo di applicazione.
Quali sostanze si usano per lo sbiancamento dentale?
L’effetto schiarente dello sbiancamento dentale è ottenibile in seguito all’applicazione, sulla superficie del dente pulito, di sostanze contenenti perossido di idrogeno o perossido di carbamide, addizionate o meno da nitrato di potassio o dal fluoro.
Sbiancamento dei denti: come lavoriamo?
Lo Studio Dentistico Lorenzini effettua lo sbiancamento dei denti in un’unica seduta, utilizzando le stesse sostanze viste sopra, ma in concentrazioni maggiori. Per questo è necessaria la protezione delle gengive con particolari dispositivi. Talora quando la procedura lo prevede vengono utilizzate speciali lampade.
Quali fattori condizionano lo sbiancamento dentale?
- Pulizia superficiale: è necessario effettuare un’ottima pulizia superficiale per eliminare tartaro e placca e una buona lucidatura per eliminare i detriti superficiali
- Concentrazione di perossido di idrogeno: più alta è la concentrazione, più grande sarà l’effetto del processo di ossidazione
- Temperatura: un aumento di 10°C raddoppia la percentuale della reazione chimica. Generalmente, la temperatura viene elevata al punto che non generi fastidio al paziente
- pH: per avere un effetto ossidante il pH deve essere basico: questo produce un risultato del 50% maggiore nello stesso tempo di applicazione.
- Tempo: più lunga è l’esposizione, più grande sarà il cambiamento di colore.
- Spazi circostanti sigillati: il perossido in un ambiente chiuso aumenta la sua efficacia sbiancante
Sbiancamento dentale: possibili controindicazioni
- Ipersensibilità post trattamento: è solitamente transitoria o inesistente se vengono utilizzati prodotti adeguati
- Possibile demineralizzazione dello smalto: se vengono utilizzati agenti chimici fortemente acidi che possono alterare il pH della bocca
- Possibili lesioni della mucosa orale se le gengive non vengono adeguatamente isolate e trattate
- Rischio di possibile ingestione nelle terapie a domicilio: è consigliabile preferire le tecniche professionali con la supervisione del dentista
- Individui con malattie che sopportano poco stress ossidativi non dovrebbero utilizzare questo perossido. Esempio: nella xerostomia, nella carenza di glucosio 6 fosfato deidrogenasi –favismo-, nelle infezioni, nella malaria, nel deficit di catalasi.
Le controindicazioni nei trattamenti di sbiancamento dentale sono piuttosto rare, ma non vanno sottovalutate. Per questo motivo consigliamo di rivolgersi sempre a professionisti accreditati.
Si possono sbiancare denti devitalizzati?
Si parla di sbiancamento interno o sbiancamento di denti necrotici quando l’applicazione delle sostanze sbiancanti avviene all’interno del dente per correggere discromie dovute a trattamenti canalari o traumi.
È sempre consigliabile eseguire i trattamenti sbiancanti sotto la responsabilità e la supervisione del medico dentista, che può individuare i potenziali rischi.
Le sostanze utilizzate devono essere ben conosciute poiché possono, anche in basse concentrazioni, rivelarsi irritanti o dannose per le mucose e i denti.
Cos’è lo sbiancamento domiciliare?
Per lo sbiancamento domiciliare dei denti vengono utilizzate delle apposite mascherine confezionate dal dentista, che vengono caricate di gel particolari a diverse concentrazioni da indossare per una decina di notti o durante la notte.
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